Il Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) e l’Associazione Culturale Esserci hanno avviato un percorso comune a partire da una sentita preoccupazione sull’attuale situazione culturale, sociale e politica del Paese, forti della propria identità ed esperienza originale. A partire dagli interventi di Giancarlo Cesana e di Carlo Costalli si è sviluppato un ricco dibattito, che non ha trascurato l’emergenza elettorale. A tale riguardo MCL ed Esserci hanno condiviso il seguente documento.

Il 4 marzo si vota.

Finisce una legislatura a guida sostanzialmente Pd con Letta, Renzi, Gentiloni e con maggioranze variabili. La ripresa economica nei paesi occidentali ha coaudiuvato il Governo in una tenue, ma speriamo duratura, ripresa economica anche da noi. Grave errore e insuccesso del Governo è stata la proposta di riforma costituzionale poi bocciata dal voto referendario del 4 dicembre. Provvedimenti nefasti, non solo del Governo, sono stati quelli sui temi etici delle unioni civili e del biotestamento. La decisione di porre la fiducia sul primo provvedimento ha di fatto coartato la libertà di coscienza dei parlamentari, che hanno votato contro la tradizione cristiana e culturale del nostro popolo. L’indebolimento della identità è all’origine dell’incapacità ad affrontare seriamente il tema immigrazione, salvo il drastico cambiamento di rotta nell’ultimo anno. Patiamo infine lo strapotere delle autorità “indipendenti” e con il permanere del nodo irrisolto della giustizia. Del tutto assenti sono stati, invece, interventi efficaci per la scuola e l’università – al di là dei proclami roboanti – e soprattutto per la famiglia.

Con quali criteri orientarsi in vista del voto?

È la questione più importante, soprattutto per noi cattolici! Da anni, ormai, l’unità dei cattolici in politica non esiste più e non servono rimpianti o operazioni nostalgiche. Esiste, e deve esistere, invece, una unità di intenti e di criteri: anzitutto, assicurare la priorità della società sullo Stato (sussidiarietà) – in Italia e in Europa – e promuovere e difendere i capisaldi del bene comune: la difesa della vita; la promozione della famiglia e del lavoro; la libertà di educazione; la solidarietà sociale verso ogni soggetto più debole e svantaggiato.

Il punto non è trovare il partito che tutela solo questi o alcuni di questi criteri. Il punto è sostenere chi, (1) come minimo, non si pone in contrasto con questi capisaldi e, (2) se possibile, ne consenta la difesa e, (3) nel migliore dei casi, ne incentivi la promozione.

In questo senso, i principali schieramenti, Centrodestra, Centrosinistra, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, offrono risposte molto diverse.

Il Centrosinistra, accanto ad alcune aperture positive in tema di economia e competitività, mantiene una irreversibile e naturale tendenza statalista, incompatibile con qualsiasi progetto di riduzione della spesa pubblica – importante nodo economico del Paese – e, soprattutto, un’ostilità conclamata e perseguita per tutti i temi etici fondamentali.

Ancor più appiattito sullo statalismo assistenzialista è, in tal senso, lo schieramento recentemente formatosi di Liberi e Uguali.

Il M5S, che intercetta il malcontento più o meno giusto di molti, propone una “democrazia diretta” illusoria e, in ultimo, distruttiva; inoltre, sui temi etici è totalmente allineato al Centrosinistra, come si è visto per il biotestamento, con l’aggiunta di un cieco giustizialismo e un inquisitorio sospetto verso tutto ciò che è libero e sussidiario.

L’area di Centrodestra, assai differenziata e non del tutto coesa, mantiene una certa attenzione di fondo alla sussidiarietà ed una non-ostilità – da parte di quasi tutte le sue componenti – alle questioni fondamentali riguardanti vita e famiglia, oltre che una visione per molti aspetti liberale e intraprendente dell’economia. Inoltre, una parte consistente delle sue componenti è collocata nel Partito Popolare Europeo e conserva una sana vocazione europeista e internazionalistica.

Quest’ultimo schieramento non è certo la scelta perfetta e sicuramente emergono molte criticità nel suo programma, ma è realisticamente l’opzione migliore rispetto al nichilismo del M5S e all’ideologismo del Pd e della sinistra.

Sarà certamente necessario approfondire liste e programmi, ma un dato di partenza rimane certo: occorre votare con intelligenza, condivisa con realtà amicali e sociali e con la ragione di tutti i fattori in campo, nel solco della nostra tradizione e per la difesa delle opere nate dal nostro popolo, indicando liste e candidati che almeno in qualche misura ci rappresentano, augurandoci che possano concretamente giungere al governo del Paese.